Erika Marconato

Costantemente alla ricerca. Porto con me la voglia di imparare

Hot air baloon

Chiudiamo la newsletter #CivicHackingIT. Qui ti racconto perché

A seconda di come interpreti il “successo”, quella di #CivicHackingIT è una newsletter che andava molto bene o molto male.

Molto bene perché abbiamo avuto un aumento costante degli iscritti, il tasso di apertura è sempre stato ottimo (ogni singolo numero aveva un tasso di apertura sopra il 60%) e in più di tre anni abbiamo avuto solo un paio di disiscrizioni.

Molto male perché, nonostante fossero molto affezionati, i nostri lettori sono pochi (la nostra è una nicchia decisamente piccola), non abbiamo mai trovato un modo per renderla un lavoro – o quanto meno sostenibile – e non siamo stati in grado di farla uscire dalla nostra bolla.

Comunque la vedi, io e Matteo abbiamo deciso che è il momento di chiuderla, almeno nella forma che ha avuto fino ad ora.

Perché chiudere un buon prodotto editoriale?

Non c’è dubbio che #CivicHackingIT sia un buon prodotto editoriale: in particolare sulla newsletter, diverse persone ci hanno tenuto, negli anni, a farci sapere che era un lavoro ben fatto, che la consideravano una fonte preziosa e che, più in generale, la leggevano volentieri.

Gruppo di lettura a cena in interno.

Cibo per la mente, il quarto anno del mio gruppo di lettura trentino

Cibo per la mente è il gruppo di lettura che ho fondato a Trento nel 2016 e, a partire dal 18 settembre, ci troveremo per discutere di libri che parlano di minoranze. Quello che abbiamo letto gli scorsi anni lo trovi qui (tema libero) e qui (abbiamo letto a tema libertà). Mancano i libri scritti da donne che abbiamo letto tra il 2017 e il 2018 – prima o poi ci farò un post.

In soldoni, siamo un gruppo di lettrici di varie età che si incontrano a Trento una volta al mese (circa), cenano assieme e parlano di libri (in particolare, uno che abbiamo deciso insieme e letto tra un incontro e l’altro). Insomma, il cibo del nome è sia metaforico che letterale.

Come avete scelto il tema?

Dopo tre cicli di incontri, siamo un gruppo di lettura di medie dimensioni, il che significa che la gestione è un po’ più complessa di prima. Essendo il gruppo formato da un dozzina di persone piuttosto intelligenti, quando si è parlato del tema per il prossimo anno, sono state fatte un sacco di proposte interessanti: dalle minoranze, al femminismo, alla montagna, alla tecnologia, alle tematiche LGBT+, al Medio-Oriente, alla resistenza socio-civile (non il periodo storico, per capirsi), alla pazzia, alla rappresentazione del diverso. Personalmente, avrei voluto approfondire tutto: complice anche il periodo storico in cui ci stiamo muovendo, sento l’esigenza di confrontarmi su temi scomodi per cercare di ritrovare l’umanità che mi sembra si stia sbriciolando un pezzetto alla volta. Quindi, come scegliere? Io avrei proposto una votazione per alzata di mano, ma una delle lettrici è esperta di risoluzione positiva dei conflitti e ha proposto una soluzione più equa (e carina da vedere): le etichette a forma di stelline.

Io ho preparato un cartellone colorato con gli argomenti proposti, poi ognuna di noi ha dichiarato le proprie preferenze (3 stelline: se non leggiamo questo me ne vado, 1 stellina: tra tutte le proposte se proprio proprio…). Il tema delle minoranze ha raccolto 12 stelline (il secondo preferito, la resistenza socio-civile, appena 8). Se non ricordo male, tutte hanno messo almeno una stellina: un po’ perché è un contenitore più ampio di altri, un po’ – secondo me  – perché questo periodo storico lo stiamo vivendo male tutte, chi più, chi meno.

Questo argomento mi stuzzica parecchio, anche se, ad essere onesta, trovare i libri belli belli da mettere in lista è stato più faticoso di altre volte.

Una cosa a cui ho fatto particolarmente attenzione per questo specifico argomento sono le case editrici indipendenti. Come molti lettori, pecco di snobbismo inconscio e interiorizzato nei loro confronti. Non che non mi piacciano, anzi, ma quando pesco libri non sempre faccio caso a chi li pubblica. Come per altre “categorie” di libri, questo gruppo di lettura mi aiuta a rompere gli schemi di cui non sempre sono consapevole (per un anno abbiamo letto scrittrici donne perché io mi ero resa conto che ne leggevo poche).

Come funziona il gruppo di lettura?

Ogni gruppo ha le sue regole (e questo non fa eccezione). Qualche tempo fa ho visto una TED di Priya Parker che mi ha chiarito le idee sul perché stabilire delle regole temporanee non è una cattiva idea, te lo linko, ma fondamentalmente l’autrice dice che un set di regole favorisce scambi più concreti e fornisce la sicurezza di essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda.

Le basi

  • Cibo per la mente è uno spazio sicuro: quello che viene fuori durante le serate resta tra di noi, specie se sono cose personali. A volte, potrei scrivere qualcosa di generale sul gruppo di lettura, ma niente di specifico (e nel caso io racconti qualcosa di specifico online, cambio nomi e dettagli).
  • Ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione su quello che leggiamo, anche se il libro non è piaciuto: se la scelta è infelice è – perlopiù – colpa mia e non ho problemi ad ammetterlo, ciò non significa che si possa liquidare il libro senza discuterne rispettosamente.
  • Non accettiamo fascismi, sessismi, razzismi, omofobie, discorsi denigratori, offese,  provocazioni gratuite, egocentrismi, snobismi – letterari e non, pregiudizi, prese in giro e incitamenti all’odio di qualsiasi tipo. (Finora, non abbiamo avuto brutte esperienze, ma nel 2019 è urgente sottolineare cosa non è accettabile.)
  • Questo è un gruppo basato sul rispetto: per chi partecipa, ma anche per il lavoro della scrittura e per il piacere della lettura.
  • Nessuno ci guadagna denaro (me compresa), quindi io non tollero nessuna rottura di scatole (nemmeno nella chat che usiamo per coordinarci). Faccio del mio meglio perché l’esperienza con il gruppo di lettura sia positiva per tutti, ma non significa che sono disposta a farmi trattare male o a far trattare male le meravigliose signore che partecipano agli incontri.

Per quanto riguarda i libri

  • L’argomento per l’anno lo scegliamo tutte insieme. La lista – che trovi dopo le regole – l’ho redatta io e il resto del gruppo l’ha validata (quindi non sono previste aggiunte o cambiamenti – ma se stai leggendo cose belle, le puoi citare e prima o poi finiranno in un post come Cosa legge un gruppo di lettura?).
  • Abbiamo una regola su quello che non leggiamo. Non affrontiamo niente che non ci convinca, il che significa anche che non dobbiamo finire i libri: se la narrazione ci tiene incollate fino all’ultima pagina, benissimo, altrimenti benissimo lo stesso.
  • Vogliamo leggere libri belli (nella lista ce ne sono più di quanti ne servano proprio per questo motivo).
  • Hai il diritto di non finire i libri.
  • Puoi saltare le pagine. Puoi sottolineare le cose che ti sono piaciute. Insomma, leggi come ti pare: nessuno viene a controllare cosa fai a casa tua (perché ognuno legge per conto proprio, durante gli incontri – al massimo – declamiamo alcune parti che ci sono particolarmente piaciute).
  • La tua opinione sul libro è valida. Non esiste giusto o sbagliato. Puoi non concordare con le altre lettrici: non significa che non hai capito il libro. L’unica cosa a cui tengo davvero è la possibilità per ognuno di esprimere la propria opinione, senza sentirsi sminuito e/o preso in giro. Tutte le mie esperienze di letture condivise sono state proficue, da tutte ho imparato qualcosa (tra cui che non mi piace quando chi fa la voce più grossa è più ascoltato). Mi piacerebbe che fosse così anche per gli altri partecipanti.
  • Non leggiamo novità (principalmente perché non tutte possono o vogliono comprare ogni libro che leggiamo). Per lo stesso motivo, non leggiamo nemmeno libri autopubblicati.
  • Non leggiamo (né valutiamo) manoscritti. Nemmeno se sono di autori pluripremiati e già pubblicati.
  • Non siamo un’agenzia di promozione letteraria, quindi nessuna di noi riceve copie gratuite in cambio di recensioni.

Per quanto riguarda gli incontri

  • la cena. Ci troviamo ogni 3/4 settimane e ci piace cenare assieme (io sfrutto le povere signore del gruppo per provare ristoranti nuovi in città). Ceniamo per lo più in ristoranti non troppo cari e sufficientemente tranquilli da permetterci di chiacchierare. Non sopportiamo i posti che ci fanno fretta o che ci cacciano, né quelli che ci trattano male. Qualche volta ci troviamo a casa di una delle lettrici (se si offre): questi incontri sono privati e non sono il punto migliore per inserire qualcuno di nuovo. Decidiamo solo un paio di giorni prima dove trovarci (il quando, invece, circa un mese prima). A volte i ristoranti li scelgo io, a volte no. Tendiamo a trovarci tra le diciannove e le venti e a finire tra le ventidue e le ventitré.
  • Il giorno. Ci troviamo di mercoledì sera. Abbiamo provato altre soluzioni (tipo il sabato mattina o altre sere della settimana), ma non fanno per noi.
  • Il tema. Conoscendoci un po’ più a fondo, abbiamo scelto di leggere intorno ad un tema, ma questo non cambia la nostra voglia di leggere storie belle di generi (e lunghezze) diversi.
  • Come ci si procura il libri. Ognuna fa come crede, ma abbiamo un accordo con la biblioteca comunale (in particolare la sede di via Roma), per cui, se più di qualcuna lo vuole dalla biblioteca, ce li tengono da parte in una scatola ufficiale in sala Manzoni (ovviamente, dopo che io ho mandato una mail).
  • Incontrare gli autori non fa per noi, o meglio, non fa per noi durante la nostra cena. Siamo andate ad un paio di presentazioni tutte insieme e abbiamo discusso in privato, ma parlare direttamente con chi scrive non ci fa sentire troppo a nostro agio. I nostri incontri sono tuttora semi-pubblici, ma tenere la discussione circoscritta e privata ci aiuta ad essere più oneste.

Cosa leggeremo?

Come ho già detto, leggeremo libri sulle minoranze, intese nel senso più ampio possibile. Dato che l’argomento è ampio, ho cercato di infilare anche un libro per ognuno dei temi con più stelline (se poi verranno scelti o meno, dipende dal gruppo).

Alcuni di questi libri li ho già letti, altri invece no (e spero vivamente non siano una delusione). Alcuni sono nel mio radar da un po’, altri non li avevo mai sentiti prima. Sarà che frequento un po’ di più Twitter, ma per questo tema ho chiesto – e ricevuto – alcuni suggerimenti anche da lì.

Ho scritto una riga per ognuno dei testi della lista, così ti fai un’idea senza cercare online (ma se vuoi leggere qualcosa in più, ho linkato la presentazione degli editori sul nome della casa editrice di ogni libro).

L’ordine non è quello di lettura e non leggeremo tutti i libri (ci piace avere una selezione ampia da sui scegliere qualcosa che ci entusiasma davvero). Sono libri di scrittori e scrittrici, di varie nazionalità e orientamenti sessuali. Sono romanzi, ma non solo. C’è sicuramente qualcosa che potrebbe essere controverso, ma il mio gruppo di lettura è uno spazio positivo, in cui si può discutere di tutto con rispetto.

Quindi, senza indugiare oltre, eccoli qui.

368pp. Due sorelle mennonite (no, nemmeno io so cosa significa): una bella bella bella, l’altra un disastro ambulante. Una delle due decide di suicidarsi, ma le persone intorno a lei non ci stanno. Suggeritoci da Donata Columbro su Twitter.

416pp. Un piccolo gruppo di cristiani svedesi si trasferisce a Gerusalemme attirati da un ideale di integrazione, pace e amore. L’autrice – premio Nobel per la letteratura nel 1909 – ci racconta di perdita, nostalgia e un sacco di altre cose. Consigliatoci da Alice su Twitter.

  • La bambina selvaggia di Rumer Godden, Bompiani

208pp. Kizzy è una bambina selvaggia, che vive in un carrozzone e ha un cavallo. I suoi compagni la definiscono “zingara”. Ce l’ha consigliato indirettamente la traduttrice italiana.

  • The hate u give : il coraggio della verità di Angie Thomas, Giunti

416pp. Angie è afroamericana, vive in un quartiere pieno di gang, ma studia in una scuola prestigiosa. Tutto normale, finché il suo migliore amico viene ucciso dalla polizia…

40pp. Una piccola graphic novel sul Mediterraneo, i morti e i traffici che ci sono dentro. Il mare, in questa storia, non è solo acqua.

288pp. Cosa succede quando un essere extraterrestre bambino che non è né maschio né femmina – lo deciderà a vent’anni – atterra sulla Terra?

  • Marta che aspetta l’alba di Massimo Polidoro, Edizioni Piemme

187pp. Tratto dalla storia vera di un’infermiera triestina e di un medico (Basaglia) che si scontrano con la realtà dei manicomi (dato che non lo trovo nella casa editrice, ti linko le parole nel sito dell’autore se vuoi approfondire).

400pp. Grazie alla vita e alla voce di Amal, seguiamo la difficile storia della Palestina degli ultimi sessant’anni. 

  • Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon, Einaudi

254pp. Christopher Boone è autistico, ma questo non gli impedisce di imbarcarsi nella ricerca dell’assassino del barboncino della vicina.

  • Wonder di R.J. Palacio, Giunti

288pp. Auggie ha una faccia diversa da tutte le altre, una faccia che non si dimentica. In questo romanzo lo seguiamo in un anno scolastico diverso da tutti gli altri.

256pp. Un noir che racconta di cosa succede ad un uomo normale quando perde tutto, compreso il tetto sotto cui dorme.

  • Ragazze elettriche di Naomi Alderman, Nottetempo

446pp. Inoltriamoci in un mondo in cui le donne sono al potere, conquistato dopo aver sviluppato la capacità di fulminare chi le molestava. Sarà un mondo più equo?

  • Istruzioni per diventare fascisti di Michela Murgia, Einaudi

112pp. Esercitare la democrazia è un lavoro difficile, molto più semplice diventare fascisti, no?

205pp. “Essere madre è la più grande gioia della vita” è un’affermazione che non è vera per tutte. L’autrice in questo saggio parla con donne che amano i loro figli, ma ammettono che diventare madri non è stata la scelta migliore per loro.

  • Franz Jägerstätter: un contadino contro Hitler di Erna Putz, Editore Berti

252pp. Un contadino tedesco decide che il suo essere cristiano è incompatibile con l’essere nazista. Non trovo la scheda nel sito dell’editore, quindi ti linko la pagina di Wikipedia su Franz. Di questo libro ne ha parlato Andrea Zanni nel suo pezzo sulla Resistenza.

  • Porto il velo, adoro i Queen di Sumaya Abdel Qader, Sonzogno

179pp. Un capo di abbigliamento rende Sulinda diversa, almeno ad un primo sguardo. In realtà, come tutte, si barcamena tra famiglia, studi e incombenze private. Alcuni criticano questo libro per il tono troppo leggero, più adatto a un blog. Vedremo.

  • I monologhi della vagina di Eve Ensler, Il saggiatore

218pp. Un’opera teatrale per raccontare delle donne e del loro rapporto con le loro vagine. Di nuovo, non trovo la scheda, ma ti linko il video di una rappresentazione.

373pp. Un romanzo che parla di Alto Adige, di persone di lingua tedesca e di anni Trenta attraverso gli occhi della famiglia Mumelter.

  • Exit West di Mohsin Hamid, Einaudi

152pp. Nadia e Saeed si amano, vivono in un posto imprecisato in Medio Oriente dove c’è la guerra – che sembra essere l’unica cosa possibile nel loro futuro. Finché…

  • Romanzo rosa di Stefania Bertola, Einaudi

201pp. Un libro da ombrellone leggero e divertente. Parla di una sessantenne e di come – e se – diventerà una scrittrice di Melody, perché la letteratura rosa è sempre considerata una minoranza (per non parlare dei personaggi sopra i trent’anni).

  • Le nostre anime di notte di Kent Haruf, NN

176pp. Due vicini di casa vedovi decidono di raccontarsi con il buio. Ovviamente, la loro comunità non reagisce molto bene: essere diversi in una piccola città non è una grande idea.

 

Vorrei partecipare…

Purtroppo, siamo diventate un gruppo abbastanza numeroso. Per questioni logistiche (a Trento i ristoranti tranquilli sono piccini) e organizzative (un gruppo grande è più difficile da gestire) non posso invitarti agli incontri di Cibo per la mente.

Se hai un gruppo di persone con cui vuoi provare a fare un gruppo di lettura – e un’idea di budget – ,  mandami una mail (la trovi nella pagina contatti) e vediamo se riusciamo ad organizzare un gruppo nuovo.

Altrimenti…

C’è Twitter!

Quest’anno alcuni dei suggerimenti ci sono arrivati via Twitter e so che le persone che si sono fatte avanti avrebbero piacere di sapere se i loro consigli sono stati accettati e cosa ne è venuto fuori nella discussione.

La mia idea è di preparare per il 20 di ogni mese un thread su Twitter e provare a fare un Cibo per la mente virtuale lì. Quindi, il 20 settembre alle 20 troverai sul mio account (@ErikaMarconato) un po’ di spunti su Romanzo rosa di Stefania Bertoli con cui potrai interagire e dire la tua (con #CiboPerLaMenteTw così posso recuperare i tweet anche dopo). La discussione non sarà una copia fedele di quello che succede dal vivo, ma parleremo dello stesso libro e le regole di base saranno le stesse (ovviamente, tranne per la parte di incontri fisici).

Se l’idea ti interessa, me lo fai sapere via Twitter (che ho bisogni di incoraggiamento)? Ti va di dirmi – sempre lì – anche se preferiresti scegliere il prossimo libro o se ti va bene seguire quello che viene scelto a Trento?

Se non ti interessa parlare di libri con me, comunque la selezione di quest’anno è meravigliosa (e non lo dico solo perché l’ho curata io), quindi puoi prendere spunto e leggere per i fatti tuoi. Fidati, però, che parlare di quello che si legge in un gruppo di lettura è un’esperienza meravigliosa!

Dipinto di un'officina

Cara PA mi aiuti ad essere un cittadino migliore?

La diffusione del civic hacking, anche in Italia, ci mette di fronte ad un problema piuttosto stringente: qual è il ruolo delle Amministrazioni Pubbliche oggi?
un governo come piattaforma. [Tim O’Reilly] Ha preso in prestito una metafora di Don Kettl sul governo come distributore automatico (ossia dove metti i tuoi soldi e ti esce il servizio che ti serve) e ha chiesto di reimmaginare il governo come piattaforma per azioni collettive. Come risultato, gli impiegati governativi devono pensarsi meno come AOL nei giorni felici, quanto come la Apple che abilita centinaia di applicazioni di terze parti per l’iPhone. Nel modello “distributore automatico”, se i cittadini vogliono cambiare qualcosa (per così dire), tutto ciò che possiamo fare è scuotere la macchinetta. Se il governo costruisse una piattaforma che abilita la partecipazione, i cittadini potrebbero creare il cambiamento che desiderano.

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